Le notti di fine inverno sembrano silenziose sul Montello, i chiassosi cori dei grilli ancora non si fanno sentire, ma se siamo pazienti e prestiamo attenzione possiamo ascoltare dei richiami provenire dal bosco…non tutto tace la fuori…
Sul Montello sono segnalate cinque diverse specie di rapaci notturni: la civetta (Athene noctua), il gufo comune (Asio otus), il barbagianni (Tyto alba), l’allocco (Strix aluco) e l’assiolo (Otus scops), sono animali elusivi, cacciatori notturni dal volo silenzioso che l’evoluzione ha dotato di un piumaggio mimetico, con colori simili alla corteccia degli alberi, cosa che permette loro di risultare quasi invisibili.
Dunque sono difficili da vedere, ma si possono ascoltare, perché emettono vocalizzi con varie funzioni: difesa del territorio, corteggiamento, richiesta di cibo da parte dei piccoli ai genitori ecc.

Quando al crepuscolo o di notte sentiamo le loro voci ci accorgiamo di quanto ci sono vicini.
Vicini perché hanno tratto beneficio dalla presenza umana: sono loro congeniali le campagne e gli agro-ecosistemi tradizionali, dove ci sono boschi e siepi in cui passare il giorno e spazi aperti dove cacciare di notte; sottotetti, fienili e ruderi ricchi di anfratti dove nidificare.
Si nutrono di insetti e piccoli animali e sono importanti regolatori delle popolazioni di roditori (un allocco adulto preda più di 1000 topi ogni anno), perciò animali utili all’uomo. In virtù della loro alimentazione, particolarmente sensibile ai veleni, sono riconosciuti come importanti bioindicatori, la cui presenza testimonia una buona qualità dell’ambiente, mentre il declino ne indica il peggioramento.

Questi rapaci che coabitano con la nostra specie da secoli sono minacciati dalla trasformazione dell’ambiente rurale a cui si erano così bene adattati. Soffrono per la mancanza di siti di nidificazione dovuta alla scomparsa degli edifici abbandonati, per il taglio di alberi, siepi e filari di gelsi; sono vittime di avvelenamenti secondari da insetticidi e rodenticidi, dell’impatto con le auto e con cavi elettrici.
Negli ultimi anni si è assistito al declino di molti di loro: solo il gufo e l’allocco godono di un favorevole stato di conservazione. Anche la civetta, ancora comune nelle pianure e colline del Veneto, sta diminuendo.
Noi speriamo che nel nostro Montello, ricco di alberi e radure, possano continuare a vivere la loro esistenza furtiva e segreta senza essere disturbati.
Disegni di Sabrina Venuti
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