LE RETI ECOLOGICHE

Durante la quarantena, e oggigiorno non è da meno, abbiamo provato sulla nostra pelle quanto sia frustrante non poterci spostare liberamente.

Noi esseri umani infatti siamo abituati a muoverci: andare a procurarci del cibo, al lavoro, a scuola, incontrare altre persone ci sembrano attività normali, scontate, alle quali finora non avevamo associato l’idea di rischio o di minaccia.

Con questa condizione sono invece costretti a fare i conti, ogni giorno, moltissimi degli animali e delle piante con cui condividiamo la nostra esistenza sulla terra.

Esempio di Mosaico montelliano

I loro spostamenti sono fortemente ostacolati da recinti, muri, dalle pericolosissime strade; ma anche dalle aree edificate, soprattutto in questi territori caratterizzati dall’urbanizzazione diffusa, dove non c’è una netta distinzione tra città e campagna.

E’ basandoci su queste considerazioni che abbiamo deciso di introdurre il concetto delle reti ecologiche e del ruolo fondamentale che rivestono nella conservazione della biodiversità.

Ma che cos’è una rete ecologica?

In termini tecnici, secondo la pubblicazione della Regione Lombardia “Tecniche e metodi,per la realizzazione della rete ecologica regionale”, la rete ecologica viene descritta attraverso il riconoscimento degli ecomosaici, degli habitat capaci di supportare biodiversità dei flussi di organismi, materia ed energia che li attraversano, nonché attraverso il riconoscimento del rapporto con il contesto antropico, ovvero con il paesaggio percepito dalle popolazioni e le reti di significati relative.

In parole ancora più semplici, è una sorta di città nella città, un sistema formato da diversi elementi strutturati e connessi tra loro:

Rappresentazione di una rete ecologica, tratta dal sito: http://www.ecologicacup.unile.it

-Aree centrali (Core areas): zone che conservano una forte naturalità, talvolta, ma non sempre, oggetto di protezione, quali le ZPS e ZSC, parchi naturali ecc

– Zone cuscinetto (Buffer zones): che circondano le aree centrali e fungono da transizione graduale con l’ambiente circostante

-Corridoi ecologici: strutture lineari che attraversano il territorio, presenti naturalmente (es: corsi di fiumi, siepi) oppure approntate appositamente (es: passaggi sottostradali), che permettono lo spostamento degli animali e l’espansione di specie vegetali, connettendo le aree centrali

-Punti sosta (stepping zones) distribuiti in maniera puntiforme lungo la rete, creano piccoli habitat favorevoli alla fauna (stagni, boschetti, ecc)

In un’ottica di più ampio respiro le reti ecologiche vanno considerate non solamente come una successione di “riserve di biodiversità” connesse tra loro da corridoi che permettono gli spostamenti delle specie ma isolate dal territorio circostante. Sono anche un sistema che consente ad animali e piante di espandersi da aree “sorgente” o “source” verso altre aree che hanno capacità di riceverli, dette “Sink”, da qui il nome dei sistemi “Source – Sink”, uno dei concetti alla base dell’ecologia del paesaggio.

I collegamenti tra aree ad alta naturalità sono di grande importanza per contrastare la perdita di biodiversità, e il loro mantenimento o addirittura la creazione, richiede il coinvolgimento di esperti e una gestione del territorio attenta e lungimirante.

Cosa possiamo fare allora noi semplici cittadini nel nostro piccolo?

Dobbiamo imparare a guardarci intorno con un punto di vista più “animale” e riconoscere nel paesaggio che ci circonda quegli elementi che offrono protezione agli animali durante i loro spostamenti (ad esempio: un’area incolta, una siepe di piante autoctone, un varco in una recinzione tra giardini) e fare del nostro meglio per conservarli ricordandoci che non sempre il concetto di ordine e pulizia è sinonimo di corretta manutenzione. Molto spesso, anzi quasi sempre, in natura i sistemi caotici sono quelli che funzionano meglio. Tradotto in soldoni con un esempio terra terra: l’erba alta a margine dei campi offre riparo a piccole speci animali, anche se ai più può sembrare brutta da vedere.

Ed è proprio parlando di giardini e piccole manutenzioni, che cogliamo l’occasione per porvi una domanda: avete mai sentito parlare di: “Charta dei Giardini”? No?! Bene, allora ve ne parleremo a breve! Continuate a seguirci in questa pazza estate!

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