Mentre noi continuiamo la nostra reclusione forzata, uniti contro un nemico invisibile, di cui ormai ci infastidisce anche nominarne il nome, un altro inverno è passato ed ecco comparire uno dei fiori primaverili per eccellenza: la primula (Primula vulgaris).
Poche piante mettono allegria come le primule, coi loro fiori giallo chiaro con centro più scuro, che brillano ai margini dei sentieri e nelle radure di boschi di latifoglie.
Certo sono bellissime le primule colorate che si comprano dai fioristi e nei vivai, ma ancora più belle ci sembrano quelle selvatiche, che non è l’uomo a selezionare e coltivare, e che non hanno bisogno delle nostre cure ma, semplicemente, del nostro rispetto.
Ammiriamole nel loro habitat, dove ogni cosa è collegata alle altre in quel meraviglioso gioco di equilibrio e interazioni che è la natura!
Le primule non sono solo bellissime ma sono anche indispensabili alla farfalla Hamearis lucina, il cui bruco si nutre proprio delle tenere foglie delle piante appartenenti a questo genere.
Infatti gli adulti delle farfalle sono adattabili per quanto riguarda il cibo, non così le loro larve che in alcune specie, tra cui H.lucina, sono molto selettive.
Dunque questa bella farfalla può vivere solo dove vivono le primule, sulle cui foglie depone le uova. Alla schiusa i piccoli se ne nutrono e crescono. Così anno dopo anno il bosco, le primule e le farfalle continuano a essere legate tra loro e a tutti gli altri elementi in un sistema meraviglioso e indispensabile, eppure invisibile ai nostri occhi.
Montello, il colle delle meraviglie. 
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