IL RAMARRO OCCIDENTALE

È arrivato il momento di parlare di un animale che gode di un’importante protezione a livello europeo: il ramarro (Lacerta bilineata).

Si perché questa lucertola dal colore sgargiante è inclusa nell’Allegato IV della Direttiva europea “Habitat”: è dunque una specie per cui è necessario adottare misure di rigorosa tutela, di cui è vietata qualsiasi forma di raccolta, uccisione, detenzione e scambio a fini commerciali.

Il ramarro è la più grande tra le lucertole presenti sul Montello, può infatti raggiungere i 40 cm (ma non fatevi impressionare: è quasi tutta coda!) ed è anche la più appariscente: i maschi sono di colore verde acceso e in primavera, durante il periodo degli amori, la gola presenta una sfumatura celeste. Le femmine sono molto simili ma talvolta hanno delle striature lungo i fianchi. Animale solitario e molto territoriale, delimita un’area di cui è “signore”, e che difende dagli altri ramarri che si avvicinano.

In inverno, come gli altri rettili, attraversa un periodo di latenza, e se ne sta tranquillo in un riparo, ma in primavera diventa molto attivo, impegnato in combattimenti scenografici, inseguimenti e corteggiamenti.

Non ama il caldo eccessivo e passa le più torride giornate estive nascosto all’ombra.

Il ramarro, pur essendo onnivoro, si nutre soprattutto invertebrati.

Viene cacciato da serpenti, rapaci, cani e gatti domestici. La sua difesa preferita è la fuga, ma se messo alle strette da un predatore può, come le lucertole, staccare la propria coda che contorcendosi distrae l’aggressore, dandogli così il tempo di defilarsi tra i cespugli o su un albero.

Vive in ambienti dotati di zone esposte al sole e altre coperte, come le aree agricole dove siano presenti siepi e prati stabili, le boscaglie che circondano ruderi e corsi d’acqua.

Per la conservazione del ramarro è fondamentale mantenere le fasce ecotonali, cioè gli spazi di transizione tra ecosistemi diversi, quali i boschi e i prati, l’incolto e le aree coltivate. È raro o assente nelle aree sfruttate da agricoltura intensiva e in quelle urbanizzate.

Questo splendido rettile è considerato a Minor Preoccupazione (LC) sia dalla Lista Rossa italiana che dalla Red List IUCN globale, ma è in calo. Le cause della sua diminuzione sono legate alle trasformazioni dell’ambiente: l’eliminazione delle aree arbustive che circondano i prati, la scomparsa dei prati stessi e delle zone incolte che un tempo erano presenti ai margini delle aree agricole e dell’abitato ne stanno causando il declino.

Altre minacce sono l’uso di pesticidi ed erbicidi, gli investimenti e le persecuzioni umane.

Sul Montello il ramarro è presente, mancano però studi specifici sulla sua distribuzione e sul suo stato di conservazione.

Alcune persone credono che il morso di questa bestiola sia pericoloso (non lo è), mentre secondo una tradizione popolare il ramarro sarebbe un alleato dell’uomo in quanto capace di avvisare della presenza di serpenti velenosi. Come? Con un bel fischio!

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